N. 11 del 1/7/1998

Unix sul PC
di Bruno Grampa


Seconda puntata sul sistema Linux. Ecco tutto quello che si deve sapere per partire

Installare Linux, ma più in generale un secondo sistema operativo, vuol dire apportare significativi cambiamenti alla configurazione del computer: solitamente quello che si vuole fare è affiancare Linux al sistema operativo già presente sul computer.
La schermata con la selezioni dei vari componenti installabili.
Linux può essere installato sia in una normale partizione Dos, sia in una dedicata. Nel primo caso, oltre naturalmente a mescolare inevitabilmente due sistemi operativi completamente diversi, si ha un notevole degrado delle prestazioni a causa della frammentazione dei file e della loro disposizione su disco meno efficiente. Quindi la scelta di usare una partizione dedicata è senza ombra di dubbio la migliore, ma ha il rovescio della medaglia è che si è costretti a ripensare tutta la configurazione del computer. Maneggiare le partizioni di un disco senza la dovuta cautela può essere rischioso, visto che se si sbaglia qualcosa si possono perdere tutti i dati. Le partizioni sono suddivisioni logiche di un disco rigido destinate ad accogliere un sistema operativo. Attenzione però che su un singolo hard disk non è possibile avere più di quattro partizioni primarie, limite difficilmente raggiungibile installando due sistemi operativi. La classica configurazione di un computer con Windows 95 vede la presenza di una sola grande partizione che contiene tutto, sia il sistema operativo sia i relativi dati. Il punto di arrivo in questo caso è la presenza di una seconda partizione destinata a ospitare Linux. Il problema vero è naturalmente come arrivare a questa configurazione.


Disk druid: il tool di Red Hat per la gestione delle partizioni.
Il sistema sicuramente più facile, ma anche il più distruttivo e lungo, è quello di eliminare la partizione presente, dopo naturalmente aver copiato tutti i dati importanti, quindi creare due nuove partizioni. Il vantaggio in questo caso è che si approfitta di questa occasione per fare una bella pulizia anche di Windows che con l'andare del tempo ha la spiacevole tendenza ad accumulare un sacco di programmi e librerie inutili che rimangono malgrado i vari processi di rimozione del software. Naturalmente bisogna anche saper installare Windows 95, cosa fortunatamente estremamente semplice a patto di avere floppy e cd d'installazione oltre ai vari driver per le proprie periferiche. L'alternativa a questo sistema è utilizzare uno dei tanti software per la gestione delle partizioni, come Fips, Disk Druid o Partion Magic, da acquistare e installare a parte; con questi programmi si possono ridurre le dimensioni della partizione esistente senza perdere tutti i dati presenti. Questa possibilità è senza ombra di dubbio la migliore, ma richiede in ogni caso molta attenzione e una copia di sicurezza di tutti i dati importanti; inoltre è sempre consigliato liberare più spazio possibile prima di effettuare una operazione di questo tipo. Molte delle distribuzioni di Linux includono già un programma per modificare le partizioni, che viene automaticamente richiamato durante la fase di installazione.

Come iniziare: i requisiti minimi

Linux è un sistema operativo estremamente ottimizzato ed efficiente. Queste caratteristiche influenzano naturalmente anche i requisiti minimi necessari per poterlo installare e usare su un personal computer.


Il menù principale del programma fdisk.
Il microprocessore può essere un 486 e la memoria disponibile deve essere almeno di appena 8 MByte. Oggi è sicuramente difficile trovare in vendita un computer che abbia ancora queste caratteristiche, ma installare Linux su un vecchio pc inutilizzato può essere un'ottima idea per rivalutarlo. Proprio per questa ragione molti server Internet sono basati su Linux e su computer non più utilizzati a causa delle loro caratteristiche. La presenza di una bella ed efficace interfaccia grafica, funzionalità multimediali e altro ancora, alzano naturalmente i requisiti minimi, che più realisticamente possono consistere in un processore di classe Pentium, 16 MByte di ram e 200 MByte di spazio libero su disco.

Verificata la configurazione del computer, il primo passo da compiere è acquistare un cd-rom con la raccolta di tutti i file di Linux, oppure prelevarlo direttamente da Internet. Questo sistema operativo è disponibile confezionato in numerose distribuzioni che si differenziano tra loro non per la versione del software ma per la procedura d'installazione, i programmi a corredo e la documentazione.


Le partizioni presenti su di un disco rigido esaminate utilizzando fdisk.
Alla fine del processo di setup si avrà installato sempre lo stesso Linux, indipendentemente dalla fonte utilizzata; sarà diverso il software a corredo, ma il sistema operativo no. Le differenze tra le varie distribuzioni, che sono poi il motivo del prezzo che si paga per acquistarle (ricordiamo che Linux in sé è del tutto gratuito), non sono comunque da sottovalutare: un sistema operativo senza applicazioni è inutile, se poi non si riesce a installarlo perché la procedura è troppo complicata, non servirà mai a nessuno. Un'ottima fonte per avere un panorama completo sulla disponibilità delle varie distribuzioni e sulle loro caratteristiche è il sito www.linux.org, vero e proprio punto di partenza per qualsiasi informazione su Linux.

Acquisito Linux il passo successivo è creare i dischetti per l'avvio (boot). In alternativa, ma solo se il computer è in grado di avviare un sistema operativo dal cd-rom, sarà sufficiente inserire il cd nell'apposito lettore e riavviare il computer. Creare i dischetti di boot, nel caso la distribuzione scelta sia per esempio la "Slackware", diventa un'operazione estremamente importante: a seconda della configurazione del pc (tipo lettore cd-rom, hard disk ide o scsi, scheda grafica, rete e così via), si deve creare un dischetto diverso. In pratica nel cd-rom si troveranno diverse immagini dei dischetti a seconda delle configurazioni disponibili che con un'apposita procedura verranno poi copiate sui dischetti per l'avvio del proprio computer. Con la distribuzione "Red Hat", invece, non ci sono di questi problemi: il disco da preparare è sempre uno solo, indipendentemente dal tipo di computer usato.

Il primo avvio: le partizioni

Creati i dischetti di boot e inserito il primo nel lettore di floppy si deve solo riavviare il computer e seguire le istruzioni che guideranno l'intero processo d'installazione. Il punto critico è naturalmente la preparazione del disco rigido.


www.linux.org

Il sito base per scoprire tutto sul mondo Linux.


Per ovvie ragioni si deve arrivare a questo punto solo quando si ha già chiaro il modo di organizzare il proprio disco; gli strumenti forniti a corredo di Linux permettono di analizzare la configurazione delle partizioni già presenti ed eventualmente intervenire su esse per rimuoverle, ridimensionarle e aggiungerne di nuove. Linux, per funzionare al massimo delle sue possibilità, richiede due partizioni distinte: nella prima troverà posto il sistema operativo vero e proprio e tutti i programmi; la seconda partizione è invece dedicata allo swap, ovvero una porzione di disco che viene usata come se fosse un'estensione della memoria del calcolatore. Non esiste una regola con la quale calcolare quanto grande deve essere la partizione dello swap, ma in generale è evidente che più ampia è la ram disponibile minore è lo spazio da usare su disco. Contrariamente a quello che la logica suggerisce, è inutile creare partizioni per lo swap molto grandi: se è vero che la partizione di swap viene vista come un'estensione della ram, è altrettanto vero che è l'acceso al disco fisso è molto più lento, quindi si corre il rischio di ridurre l'efficienza complessiva del sistema. In generale uno swap di 16 MByte può essere più che sufficiente per la maggior parte dei casi.

Superata la fase del partizionamento del disco, il programma d'installazione richiederà una serie di informazioni legate naturalmente alla configurazione del computer. I primi dati che vengono richiesti sono proprio quelli legati alle partizioni: quale si deve usare per ospitare Linux e quale da dedicare allo swap. A questo punto si deve soltanto decidere se formattare o meno le partizioni selezionate. Naturalmente ogni distribuzione di Linux ha il suo programma d'installazione, quindi le procedure e le domande possono cambiare in funzione della versione scelta; tuttavia l'intero processo segue un preciso percorso, comune a tutte le distribuzioni.

L'installazione dei componenti

La fase successiva è quella relativa alla scelta dei componenti da installare. Linux può essere usato in diversi contesti, a seconda dei quali si devono installare o meno determinati accessori. Le impostazioni standard sono in ogni caso quelle relative a una normale installazione, se quindi non si sa come comportarsi davanti alla richiesta di scegliere un componente assolutamente sconosciuto è sufficiente premere il tasto invio e passare avanti. I componenti selezionabili sono solitamente divisi in categorie, tra cui i listati sorgenti e i compilatori per lo sviluppo personalizzato del sistema, l'interfaccia grafica Xwindow, le applicazioni per Internet come i Web server, e la documentazione più approfondita. Il buon senso, soprattutto se non si sa come comportarsi, aiuta a risolvere la maggior parte dei dubbi: se non si vuole programmare non ha alcun senso installare tutta la parte relativa allo sviluppo; se il computer non dovrà fornire servizi Internet non si installeranno i vari server tenendo presente che la connettività domestica alla Rete è tutta un'altra cosa. In ogni caso tutte le scelte possono essere modificate in un secondo momento: una volta installata la base si possono aggiungere o rimuovere programmi con estrema facilità.

Linux richiede per poter partire un programma apposito: Lilo (Linux Loader). Questo piccolo ma estremamente versatile software è in grado di far partire il sistema operativo da disco fisso, da floppy o da qualunque altra memoria di massa ove esso sia stato installato; inoltre è in grado di gestire contemporaneamente diverse versioni di Linux e differenti sistemi operativi. Nel caso, per esempio, in cui si voglia mantenere Windows 95 e Linux sullo stesso computer, si userà proprio Lilo per scegliere all'avvio quale sistema operativo lanciare. La difficoltà maggiore che solitamente si deve affrontare riguardo a Lilo è come configurarlo e dove installarlo. È possibile scegliere se posizionarlo nel Master Boot Record o nel primo settore della partizione che contiene Linux: il primo caso è quello consigliato, da utilizzare sempre tranne quando sia già installato un altro gestore di avvio (come quelli di Windows Nt e Os/2), così Lilo parte non appena il computer viene acceso e presenta un semplice menu con la selezione dei sistemi operativi disponibili. L'installazione di Lilo è solitamente l'ultima operazione da compiere prima di poter riavviare il computer ed effettuare il primo avvio direttamente con Linux; da questo punto in poi la configurazione verrà effettuata direttamente dal sistema operativo sfruttando, sempre che sia stata installata, l'interfaccia grafica Xwindow.



Altri Articoli Correlati
  • Il nuovo Red Hat è pronto di B. G.


  • CategoriaSottocategoria
    Software di base e per sviluppoSistemi operativi per computer e reti

    top


    © Mondadori Informatica S.p.A. -1998
    Tutti i diritti di proprietα letteraria e artistica riservati